Pseudonimo di
G.
Seferiàdis. Poeta greco. Dopo aver trascorso l'infanzia nella natia
Smirne, si trasferì ad Atene nel 1914 e poi a Parigi nel 1918; qui
studiò Giurisprudenza e rimase fino al 1924. Nel 1926 intraprese la
carriera diplomatica, che lo condusse come viceconsole a Londra nel 1931 e come
console in Albania negli anni 1936-37. Fra il 1938 e il 1941 lavorò
presso alcuni ministeri ad Atene e seguì in esilio il Governo greco prima
a Creta, poi in Egitto e in Sudafrica. Dopo la fine della seconda guerra
mondiale, ebbe vari incarichi diplomatici ad Ankara (1948-50) e a Londra
(1951-53); fu nominato ambasciatore in Libano, Siria, Giordania e Iraq (1953-56)
e concluse la sua brillante carriera come ambasciatore greco in Gran Bretagna, a
Londra, dove visse fino al 1962, anno in cui si ritirò a vita privata ad
Atene. Le numerose esperienze di viaggio compiute come diplomatico, così
come l'esperienza tragica dell'esilio - sperimentata due volte, una
indirettamente con l'esodo della popolazione greca dall'Asia Minore in seguito
agli accordi di Losanna (1923), una direttamente, con le sue peregrinazioni a
fianco del Governo dopo l'invasione della Grecia da parte dei nazisti -
influirono in modo rilevante sulla sua ispirazione poetica, la quale è
contrassegnata dall'emergere di temi dolorosi come l'alienazione, il
vagabondaggio, la morte. Esordì come poeta nel 1931, con la raccolta
dall'ambiguo titolo
Strophé (il termine greco è traducibile
sia
Strofa, sia
Svolta), un gruppo di liriche rimate fortemente
influenzate dal Simbolismo di P. Valéry, ma altamente originali nella
scelta del linguaggio e dei procedimenti ermetico-allusivi. La matrice
simbolista appare ancora nella sua successiva opera,
La cisterna (1932),
da cui traspare l'immagine dell'entità più intima e profonda
dell'essere umano, ignorata e trascurata dal mondo esteriore del reale. Con la
successiva e innovativa raccolta
Leggenda (1935) e con l'attiva
partecipazione al dibattito poetico sulle pagine della rivista “Tà
nea gràmmata”,
S. si venne affermando come la
personalità più interessante e impegnata nel nuovo corso della
poesia neoellenica. Protagonisti di
Leggenda sono i miti
dell'antichità classica, in particolare quelli dell'
Odissea, i
quali incarnano il perenne ricorso della vicenda tragica dell'individuo: a tale
procedimento poetico non dovettero forse essere estranee le suggestioni della
poetica di T.S. Eliot, il cui poema
La terra desolata fu da
S.
tradotto in greco e pubblicato nel 1936. Nelle successive opere,
Giornale
di bordo (1940),
Quaderno di esercizi (1940),
Giornale di bordo II
(1945),
S. continuò a trasformare il materiale mitico dei
poemi omerici in metafore di ben più ampio significato, coinvolgenti le
travagliate esperienze e la stessa esistenza dell'uomo moderno. Una menzione a
parte meritano i poemetti
Il re di Asine (contenuto nel
Giornale di
bordo del 1940) e
Il tordo (1947): quest'ultimo, composto dopo il
ritorno in patria, costituisce un percorso di provvisoria speranza al chiarore
dell'incerto ma pacifico presente, dopo gli orrori della guerra e le lotte
civili. Al 1955 risale la raccolta
Cipro,
dove l'oracolo..., poi
pubblicata con il titolo di
Giornale di bordo III,
nell'edizione
della sua opera completa (
Poesie,
1962, terza edizione). In questi
versi risplende la luminosità del paesaggio di Cipro, contrapposta
drammaticamente al dolore e al sangue versato durante la crisi politica
dell'isola. Nel 1963 fu insignito del premio Nobel per la letteratura. Nella sua
ultima prova poetica,
Tre poemi segreti, raccolta pubblicata nel 1966, il
suo stile sembra divenire ancora più asciutto, scabro ed essenziale.
Fondamentale innovatore del linguaggio e delle tecniche della poesia ellenica
moderna,
S. fu non solo grande poeta, ma anche importante studioso del
demotico, la lingua popolare greca: assai rilevanti risultano, in questa
prospettiva, i suoi contributi raccolti nel volume di prose critiche
Saggi (1962). Da ricordare ancora il romanzo, di ispirazione giovanile,
ma pubblicato postumo nel 1973,
Sei giorni sull'Acropoli, e i suoi diari
personali, registrati a partire dal 1925, in corso di stampa dal 1973 con il
titolo
Giorni. Una menzione merita infine la sua attività di
traduttore della poesia moderna: al 1965 risale l'antologia di traduzioni di
poeti americani, inglesi e francesi dal titolo
Copie (Smirne 1900 - Atene
1971).